DEA, donne e audiostorie. La marginalità femminile rallenta lo sviluppo oltre ad essere un ritardo civile e umano. Per l’8 marzo regalati e regala l’invito ad un mondo migliore nel rapporto tra generi, culture e generazioni con una audiostoria al femminile. Cose serie con leggerezza.
Le neuroscienze hanno dimostrato che le parole producono nuove connessioni a qualsiasi età, anche in età avanzata. Rigeneriamo i racconti storici (la Storia), quasi sempre al maschile, con storie al femminile ampliando per questa via il sentire pubblico, il nostro quotidiano, il futuro che saranno inclusivi di altri sguardi e perciò migliori. DEA, donne e audiostorie! Questa è stata l’iniziativa proposta per l’8 marzo del Centro Italiano Storytelling in collaborazione con diverse realtà del territorio italiano.
Leggende, miti, testi autoriali, favole, storie tradizionali: le nostre storie sono andate oltre noi intrecciandosi, trasformandosi, fondendosi con i sentimenti dei fruitori. DEA, donne e audiostorie, dona una storia a chi vuoi! Si poteva scegliere una storia dal catalogo, su un repertorio di 10 narratori d’eccezione, muovendosi tra titolo e 3 righe di sintesi. Si poteva prenotare scrivendo al Centro Italiano Storytelling (con un piccolo contributo all’Associazione di 5 euro a storia): l’invio del tuo dono speciale tramite un file audio esclusivo via email o WhatsApp era garantito tra il 5 e l’8 marzo. Alla prenotazione era sufficiente allegare la distinta di avvenuto pagamento.
DEA, donne e audiostorie, dona una storia a chi vuoi: comunque per questa festa storie lievi, generose, simboliche importanti, quotidiane. Intimità e voce sola anche per una persona cara lontana, per qualche motivo, per un 8 marzo simbolico, potente, trasformativo. La prenotazione del dono dall’1 al 5 marzo andava indirizzata a info@centroitalianostorytelling.it (riferimento da cui si ricevevano anche gli estremi per il contributo/donazione, anche Paypal, per il progetto del Centro Italiano Storytelling).
DEA, donne e audiostorie. Centro Italiano Storytelling
Angela Sajeva racconta La sposa del mare.
È il racconto di una principessa prigioniera nel suo castello che a differenza di tutte le altre principesse (…). È la storia di quando Njord il dio del vento e Aegir il dio del mare intrecciarono le loro mani (…). È un’antica leggenda vichinga … da lasciar navigare fino a noi! Narrazione liberamente ispirata a “Gesta danorum” di Saxo Grammaticus.
Anna Facciani racconta Diamantina Ramponi, guaritrice di Forlì.
Storia di una semplice e intelligente contadina scampata al rogo dell’inquisizione per le sue capacità uniche, nella Romagna Toscana del XVII secolo. Ricostruzione storica volta in leggenda di una donna veramente vissuta.
Elena Asciutti racconta Agatuzza Messia: cuntastorie siciliana del XIX secolo.
Agatuzza Messia, di professione nutrice a Palermo del XIX secolo, raccontò di donne che diventano eroine scaltre e ribelli. Trascritte da Giuseppe Pitrè, le fiabe della cuntastorie Agatuzza Messia sono diventate testimonianza potente dell’oralità siciliana.
Flavio Milandri racconta Il diavolo in gonnella.
“Arrivava come un valzer leggero di vento e paglia”. Gambe forti. Alfonsina Morini Strada, il diavolo in gonnella, prima donna a gareggiare al Giro d’Italia con atleti uomini. Alfonsina che nel 1938, all’ippodromo di Longchamp, conquista il record femminile dell’ora (35,28 km), oggi sarebbe felice. Narrazione liberamente ispirata ad Alfonsina Moroni Strada da “Enciclopedia delle donne” di Margherita Marcheselli, “Gli anni ruggenti di Alfonsina Strada” di Paolo Facchinetti, “Alfonsina Strada” Wikipedia.
Lia Zannetti racconta Senza paura di volare.
La giovane Amelia Aerhart decise che voleva volare. Nel 1932 attraversò l’oceano Atlantico, a bordo del suo piccolo velivolo, sola, dimostrando al mondo che non c’è nulla che una ragazza non possa fare. Narrazione liberamente tratta dal libro “Le più belle storie di donne coraggiose” di Valentina Camerini.
Manuela Pellati racconta La Donna Afghana senza calzini.
Mentre qui in Europa i bambini svuotavano le calze della Befana, una donna salvava con le sue calze la vita dei suoi due bambini. A guardarla sembra anche lei la Befana, vestita di stracci, a strati, un cappuccio sulla testa, ai suoi piedi non calze ma sacchetti di plastica per attraversare deserti di neve. A guardarla io vedo il mitico SISIFO, che ride in faccia all’assurdo. Narrazione liberamente ispirata alla vita reale.
Monika Seitz racconta La donna che piantava gli alberi.
Wangari Maathai, una coraggiosa donna africana, è convinta della necessità di proteggere l’ambiente naturale del suo paese perché la gente vi possa vivere felice. Narrazione liberamente tratta dal libro “Le più belle storie di donne coraggiose” di Valentina Camerini.
Ornella Mercuri racconta Rossetto fischietto.
Storia di Grazia Pinna, prima donna arbitra italiana. Narrazione ascoltata dalla voce diretta della protagonista e interpretata liberamente.
Paola Canu racconta Brigida di Kildare.
La storia di santa Brigida, monaca del V secolo, si confonde con quella della dea, che porta il suo stesso nome, e insieme, nel cuore dell’inverno, preannunciano l’arrivo della primavera alle generazioni a venire nella festa di Imbolc, il primo febbraio. Una Santa che trasforma non solo la propria vita ma anche quella di chi incontra lungo il suo cammino (…). Narrazione ispirata da varie fonti trovate su internet e da un’amica che ha raccontato uno dei miracoli più conosciuti attribuiti alla santa.
Rita Superbi racconta Maria, sua nonna e Simon Bolivar.
Maria ha un banco di frutta e verdura al mercato del “Tufello” a Roma nord e racconta di quando, nel lontano 1805, sua nonna incontrò, proprio a Roma, Simon Bolivar. Narrazione liberamente tratta da Corriere della Sera Cronaca e rielaborato col prezioso aiuto di Giovanna Conforto.