
La bambina e la quercia
Questa storia è vera ed è stata raccontata a Bocconi nell’agosto 2019 in occasione di “Storie di alberi”, evento voluto per una pacifica protesta contro il taglio ingiustificato di alcuni alberi, situati ai lati della strada che porta al fiume, che erano stati piantati da una cinquantina d'anni.
C’era una volta una bambina con gli occhi chiari come l’aria, che viveva in una grande casa ai margini della città, in un quartiere nuovo con le strade non ancora asfaltate e intorno prati, macchie di bosco e tanti campi di grano che nelle sere d’estate si illuminavano a giorno per il brulicare di lucciole.
Viveva , come si usava un tempo, con i genitori, i fratelli la nonna le zie e lo zio.
Era la più piccola di casa e siccome tutti erano sempre indaffarati in cose importanti da fare, Adele aveva tanto tempo, curiosa come era, di dedicarsi a tutto ciò che vedeva e le capitava intorno.
Amava la natura che la circondava e ne apprezzava i mutamenti.
Lo zio pensionato, le aveva insegnato tante cose come i nomi di tante piante, di animali e insetti, perfino quelli di certe stelle e le aveva anche insegnato ad andare in bicicletta!!
Intorno a casa mille viottoli conducevano a nuove scoperte ogni giorno e, poco lontano da casa, un giorno lo zio l’accompagno’ in bicicletta a conoscere la grande quercia.
Come è bello andar in giro in bicicletta
Pedalare senza fretta qua e là,
Come è bello andar in giro in bicicletta
Sentire il vento della libertà….
Si ergeva maestosa in mezzo ad un campo incolto ,una enorme quercia secolare, il suo poderoso tronco piegato dal tempo e dal vento di nord ovest mostrava i segni di una vita lunga e le cicatrici di qualche grosso ramo spezzato forse dal fulmine, la faceva apparire ancora più imponente, mentre le fronde e le foglie fitte allargavano la sua ombra tutto intorno offrendo ristoro e riposo a chi passasse da quelle parti.
Adele rimase un momento senza fiato , affascinata da tanta bellezza e, lasciata a terra la sua bicicletta , corse ad arrampicarsi sull’agevole tronco e vi si sedette felice dondolando le gambe come fanno tutti i bambini.
Chiese col suo solito sguardo assetato di risposte
“Sono le ghiande – rispose lo zio- i frutti della quercia”
“ Ma si possono mangiare?”
“ Bhe, per noi non sono affatto buone, ma molti animali ne vanno ghiotti come i cinghiali e gli scoiattoli…. Però le puoi piantare!”
Rispose lo zio assai divertito.
“ Le posso piantare nella terra come fa la nonna con i semi dei pomodori??”
“Si, proprio così” fu la risposta.
La piccola Adele, molto contenta scese dal tronco e si riempì le tasche di ghiande, salutò con ammirazione il grande albero e riprese la strada di casa insieme allo zio.
Qualche giorno dopo prese alcune ghiande e le sotterrò in una aiuola del giardino, poi occupata in tante altre scoperte, se ne dimenticò.
La primavera successiva, Adele stava perlustrando il giardino come le piaceva fare ad ogni cambio di stagione, per osservare ile novità e vide nell’aiuola una pianticella con due timidissime foglioline verdi…
Sorpresa e felice corse dallo zio “Vedi, è nata la figlia della grande quercia-“ lui disse- e subito con una piccola rete fece un recinto di protezione.
Di li a pochi anni era cresciuto un giovane arbusto e lo zio disse che bisognava trapiantarlo da un’altra parte perché quella aiuola era già troppo piccola.
Così asportò una bella zolla, senza danneggiare le radici della quercetta e la colloco tra la siepe di cinta della casa.
“ Ma perché proprio lì?” Chiese Adele
“Non ti preoccupare, lei è forte e presto supererà la siepe e crescerà vigorosa e tenace”
Nel frattempo il panorama intorno era cambiato e al posto dei campi di grano, spuntavano cataste di mattoni, montagne di tubi e grandi gru metalliche, le strade erano state quasi tutte asfaltate e sorgevano molti cantieri.
Come è bello andar in giro in bicicletta….
Quando un giorno la ragazzina avvicinandosi al campo, sentì il cuore battere all ‘impazzata e il respiro spezzarsi, non riusciva a credere ai propri occhi. Vide lo spettacolo raccapricciante del tronco maestoso tagliato in tanti pezzi sul campo, tutti i rami segati e le fronde sparse ovunque con un forte odore di legno fresco nell’aria.
Senza smettere di piangere se ne torno’ a casa disperata.
Di li a poco al posto dell’albero, sorse un orribile condominio dove, sulla parete dell’atrio, stava raffigurata la grande quercia.
CONDOMINIO LA QUERCIA….questo lesse Adele ed era tutto quel che restava.
Passarono gli anni e come si sa, la vita porta grandi cambiamenti i fratelli andarono ad abitare altrove , gli anziani passarono a miglior vita e la vecchia casa di Adele rimase abbandonata per lungo tempo, poi fu venduta.
Ma lei non aveva mai dimenticato la sua quercia e qualche volta anche solo di passaggio in zona, andava ad accertarsi che stesse bene.
Un giorno molte persone erano intorno alla vecchia grande casa , il cancello arrugginito era steso a terra e un uomo sembrava dare ordini a tutti con dei fogli in mano.
Un’auto accostò a fianco della siepe ingiallita e in angolo una quercia alta svettava sopra tutte le altre piante del giardino abbandonato, il suo tronco era leggermente piegato dal vento.
Scese una donna non più giovane con grandi occhiali scuri.Una leggera folata di vento scosse i rami della quercia , come un fremito, mentre le foglie sembravano sussurrare parole..
La donna cautamente, entrando tra i vuoti che la siepe in parte seccata, aveva lasciato e si avvicinò all’uomo che parlava.
Buongiorno..- disse la donna sfilandosi educatamente gli occhiali -mi scusi lei è il nuovo proprietario della casa?”
“Si, mi dica pure signora… rispose l’uomo che noto’ i suoi occhi : erano chiari come l’aria.
“Vede quella quercia laggiù…bhe , volevo chiederle, perdoni se interrompo il suo lavoro, ma…lei ha intenzione di tagliarla??”
“ Tgliarla?.. no di sicuro, tutt”altro!…sa io sono un architetto di giardini, e ho scoperto che quella è una ROVERELLA AUTOCTONA DI MACCHIA ROMAGNOLA, piuttosto rara ormai dalle nostre parti.”
“ Davvero ?… rispose La signora tirando un lungo sospiro di sollievo…
“ Grazie architetto, lei mi ha dato una notizia meravigliosa, grazie davvero!”
Così dicendo strinse la mano all’uomo e si incamminò verso l’auto parcheggiata.
“ Ma lo sa lei che quell’albero ha già ormai 60 anni?..” chiese l’architetto rimasto sorpreso.
“ Si, lo so – replico la donna sorridendo- l’ho piantata io!”
Se ne andò fischiettando riprendendo la sua strada.