L’intreccio

Questa storia è stata raccontata in occasione di un evento narrativo sul tema dell' acqua nel piccolo paese di Bocconi.

 C’era una volta una donnina che viveva a Ulassai, un paesino della Sardegna.

Abitava in una piccola casa ed ogni mattina, quando apriva le persiane della sua camera, vedeva sorgere il sole sopra il mare lontano.

Un giorno d’estate si era alzata presto e vedendo il sole arrampicarsi sopra il mare come un pallone rosso e luccicante, pensò che era passato molto tempo dall’ultima volta che era stata sulla spiaggia.

“Sono già un po’ vecchia, chissà quando sarà la prossima volta che ci potrò andare!”

Così prese il suo cestino delle passeggiate vi mise un grande tovagliolo, la borraccia con l’acqua, alcune fette di pane, un pezzetto di formaggio, qualche foglia d’insalata e si mise in cammino.

Dopo un po’ vide una lumaca che camminava lentamente lungo il bordo della strada e le chiese: 

“Ma tu, piccola lumaca, dove vai?”

“Vado al mare!” Rispose la lumaca.

“Ma sei piccola ed il mare è ancora lontano! Vieni, lumachina, ti metto nel mio cestino e andiamo insieme!”

E fù così che continuarono il cammino, mentre la donnina canticchiava una melodia a bocca chiusa. Una melodia che le girava nella testa, ma non sapeva da dove le venisse: “mmmmmmmm……..”

Dopo un po’, sempre sul bordo della strada vide un riccio che correva sulle sue zampette, la donnina gli chiese:

“Ma tu, piccolo riccio, dove vai?”

“Vado al mare!” Rispose il riccio senza fermarsi.

“Ma sei piccolo ed il mare è ancora lontano! Vieni ricciolino, ti metto nel mio cestino e andiamo insieme!”

E fu così che la donnina  con la lumachina e con il riccio dentro al cestito continuarono la strada verso il mare e la donnina cantava la sua melodia a bocca chiusa. “mmmmmmm……”

Un po’ più avanti, sempre lungo il bordo della strada la donnina vide un piccolo serpente che strisciava con grande fatica.

“E tu piccolo serpente, dove vai?” Chiese la donnina.

“Vado al mare” rispose il serpente senza smettere di strisciare.

“Ma sei piccolo e il mare è ancora lontano! Vieni serpentello, ti metto nel mio cestino e andiamo insieme!”

E così continuarono la strada, la donnina canticchiando la sua melodia a bocca chiusa, mentre portava nel cestino: la lumaca, il piccolo riccio e il serpentello.

Dopo aver camminato e camminato, finalmente la donnina arrivò alla spiaggia dove la sabbia era quasi bianca. Il mare aveva tutte le sfumature dell’azzurro e del blu e splendeva illuminato dal sole.

La donnina trovò subito il suo posto preferito che conosceva già da molto tempo. C’era una piccola grotta in riva al mare e si sedette lì accanto.

Con molta delicatezza tolse dal suo cestino prima i tre piccoli animali, poi stese il  tovagliolo sulla sabbia e vi dispose le cose cha aveva portato con se dicendo: “Venite, amici miei, siete i miei ospiti! Prendete quello che volete, ce né per tutti!”

La lumaca, il riccio e il serpentello accettarono di buon grado, era da un po’ che non avevano mangiato e la passeggiata gli aveva messo appetito.

Fecero una bella merenda tutti insieme all’ombra della grotta e alla fine non rimase neppure una briciola, ognuno aveva avuto la sua parte ed erano sazi e contenti.

In quel momento la lumaca iniziò a parlare: 

“Cara donnina, sei stata molto gentile e generosa con noi, ci hai portato al mare, hai diviso il tuo cibo con noi ed ora vogliamo dividere con te un segreto! Oggi è il 21 di giugno e come sai ricorre il solstizio d’estate, è il giorno più lungo dell’anno e la notte più corta, è un giorno magico in cui succedono cose che non possono avvenire in nessun altro giorno.”

Il riccio continua: 

“Siamo venuti qui, per incontrare i nostri fratelli marini e solo oggi è possibile.”

Ed il serpentello aggiunge:

“Lo facciamo ogni anno per ricordarci che tutti veniamo dal mare, il grande ventre che contiene tutti i suoi figli.”

Dopo aver parlato così, uno dopo l’altro scendono sulla riva ed iniziano a muoversi in cerchio come in una danza. Anche la donnina si avvicina al mare entrando coi piedi nell’acqua e cantando la melodia di cui via via ritrova le parole.

“The river is flowing and growing….”

La lumaca girando aveva lasciato la sua scia di bava argentata, il riccio aveva perso uno dei suoi aghi e il serpentello strisciando aveva cambiato la pelle.

“Sono i nostri doni per te” disse la lumaca rivolta alla donnina. Sappiamo che tu ne farai un buon uso.” “Addio donnina, andiamo ad unirci ai nostri fratelli del mare!”disse il riccio. “Grazie ancora!” Aggiunse il serpentello ed insieme si allontanarono verso il mare.

La donnina, rimasta sola, raccolse con molta attenzione la bava della lumaca, l’ago del riccio e la pelle variopinta del serpentello, li appoggiò delicatamente nel suo cestino sopra il tovagliolo e si incamminò piano piano verso casa.

Vi giunse quando il sole stava per tramontare e alla luce dorata della sera osservò attentamente i doni che aveva ricevuto dai suoi piccoli amici, la sua fantasia iniziò a galoppare immaginando una tela coi colori del piccolo serpente e la lucentezza quasi lunare della bava della lumaca.

Si mise subito al lavoro, con le sue mani abili riuscì a trasformare la bava in un filo d’argento con cui preparò la trama. Dalla pelle del serpente ottenne un lunghissimo filo di tutti i colori e con l’ago del riccio lo intrecciò come ordito sui fili della trama con la consapevolezza che insieme al filo stava tessendo: il passato, il presente e il futuro per mezzo della magia che le avevano regalato i suoi piccoli amici.

Terminato il lavoro lo osservò compiaciuta della bellezza luccicante della tela che aveva tessuto e sentì scendere dentro di se una gioia intensa che mai, mai aveva provato prima.